Con un giorno di ritardo causa weekend lungo per il sottoscritto, riparte l’aggiornamento sul meraviglioso mondo delle materie prime.
Il range tra 370 e 340 individuato due settimane fa per il CRB index sembra aver tenuto almeno per ora, anche se mi aspettavo che l’indice andasse a testare la zona bassa del range piuttosto che quella alta. La “star” di queste ultime due settimane e’ l’argento capace di riportarsi sopra i 40$ senza mostrare il minimo segno di cedimento. Sembra ormai alla portata il record nominale di 54 dollari stabilito a inizio anni ottanta a seguito della famosa azione speculativa dei fratelli Hunt.
L’altro protagonista delle ultime due settimane e’ il petrolio che, tra l’altro, ha anche un peso molto piu’ elevato all’interno dei vari indici sulle materie prime. L’oro nero continua a stupire per gli strappi in salita di cui e’ capace e, in questo caso, abbiamo davvero un nuovo record, il Brent in euro e’ ormai sui massimi di sempre. Povera Europa stretta tra la morsa dell’inflazione e il crescente rischio di default dei paesi del Mediterraneo (piu’ Irlanda).
Eppure nonostante tutto l’euro continua a rimanere una valuta forte, e questo per me e’ stato un po’ un mistero, va bene che hanno alzato il tasso di interesse di 0.25%, ma non mi aspettavo certo che l’euro reagisse cosi’ bene con tutti i dubbi che circondano la solvibilita’ dei PIIGS. Una spiegazione interessante l’ho trovata su questo articolo della CNBC, secondo il quale i paesi asiatici starebbero continuamente liberandosi di dollari per preservare il valore delle proprie riserve, comprandosi valute con rendimenti piu’ elevati . Questa situazione e’ stata amplificata dall’entrata sul mercato dei paesi produttori di petrolio, i quali incassando milioni di petrodollari starebbero anche loro diversificando. Ma perche’ comprano euro, con tutte le valute che ci sono in giro? Mah
Secondo me la moneta unica e’ sopravvalutata e temo che, al primo cenno di ritorno dei mercati alla modalita’ “risk off”, verra’ scaricata di nuovo a favore del biglietto verde.
Intanto in USA i repubblicani stanno mettendo paura al governo, minacciando di bloccare il budget (la nostra finanziaria) in Senato se non si trovera’ un accordo sui tagli alla spesa. Anche se l’accordo pare ormai scontato, resta comunque un segnale forte di preoccupazione per le future battaglie sulla riduzione della spesa pubblica. La mia impressione e’ che in USA stia aumentando la preoccupazione per il debito pubblico e per l’inflazione. Insomma, la mia idea e’ che sia il Governo che la FED potrebbero presto divenire meno accomodanti.
Riguardo all’inflazione, bisogna segnalare che la FED tiene conto dell’inflazione “core” ovvero la variabile viene depurata dalle componenti food e energy che sono al momento le due componenti in fuga. Il prezzo della benzina alla pompa e’ ormai stabilmente sopra i 3.50$, ed e’ al livello piu’ alto mai registrato per il periodo. Le probabilita’ che raggiunga presto il record del Luglio 2008 continuano a salire, anche se oggi c’e’ stata una bella ridimensionata a tutto il comparto energetico.
In effetti, nonostante il Brent continui a salire, il WTI e’ ancora indietro rispetto al 2008, a causa dell’ingorgo creatosi a Cushing dove ormai non sanno piu’ dove metterlo. Lo spread tra i due e’ ormai completamente sbilanciato a favore del Brent e finche’ non verra’ risolto il collo di bottiglia, mi sa che si muovera’ intorno ai -10$.
Cosa aspettarsi per la settimana appena iniziata?
Il CRB index ha trovato difficolta’ a superare il livello di 370, in particolare e’ stato spinto giu’ dalla componente energetica che ha perso quasi tutto quello che aveva guadagnato venerdi. A pesare sulla discesa del petrolio le notizie di una possibile tregua in Libia e il calo dei consumi di benzina fatto registrare dagli americani (vedi articolo), che potrebbero aver scatenato prese di profitto importanti.
Le commodities agricole continuano ad avere il sostegno dei fondamentali, in particolare il mais, la soia e il cotone, anche se in effetti i prezzi, soprattutto quello della fibra tessile, potrebbero aver ampiamente incorporato la situazione piuttosto tirata tra domanda e offerta.
Ritengo che la correzione di oggi nelle commodities potrebbe accentuarsi solo se il dollaro recuperasse terreno, soprattuto se le azioni dovessero puntare nuovamente verso il basso. Al momento, pero’, non vedo ancora un cambio di sentiment, anche se io a questi livelli non venderei dollari USA, 75 per il dollar index e’ un supporto importante.
Tecnicamente il CRB index mostra gli indicatori di momentum ancora positivi e il trend sembra ancora saldamente al rialzo, siamo pero’ molto vicini ad un livello importante, quello di meta’ settembre 2008 in area 373, dopo di che ci sarebbe nel mirino il livello “pre crisi” di Agosto 2008 in area 400.